MOVIMENTO GIOVANI

REGGIO EMILIA, 4 MAGGIO 2013

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Dal saluto introduttivo di Umberto a mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia - Guastalla

4 maggio 2013

Eccellenza,

con grande gioia le porto il saluto e l’affetto sincero dei giovani del Familiaris Consortio in quello che, per tutti noi, è un giorno di Festa tanto atteso e desiderato.

La ringrazio fin da subito per la sua presenza qui tra noi, come padre in ascolto ed in dialogo con i sui figli. Oggi in modo particolare, ci sentiamo voluti bene!

Abbiamo tante cose nel cuore che vorremmo dirle, desideri, gioie, fatiche.

Proveremo a farlo nel modo più semplice grazie alle testimonianza di alcuni amici, non per tessere lodi alla nostra esperienza, ma desiderosi di renderla partecipe della gioia dell’incontro personale e comunitario con il Signore Risorto.

La sua visita, è stata per noi un’occasione preziosa di verifica del cammino fatto insieme, di condivisione delle motivazioni che sostengono la nostra libera adesione, di sostegno per le difficoltà che incontriamo e che non mancano. Anche per questa opportunità desidero ringraziarla, perché oggi siamo ancor più consapevoli del dono prezioso del Signore, che unisce i nostri giovani nell’amore per Lui e per la sua Chiesa.

Questo percorso, che chiamiamo MovGiovani, inizia circa 15 anni fa come risposta alla richiesta di alcuni ragazzi interessati a conoscere ed approfondire la spiritualità di don Pietro Margini; anche io e mia moglie Chiara eravamo tra quei giovani.

Nel tempo, i ragazzi sono aumentati in numero e anche la loro provenienza si è via via diversificata all’interno della diocesi e non solo: queste molteplici sensibilità si sono rivelate da subito una ricchezza preziosa.

In ascolto di cosa il Signore suscitava nei nostri cuori, l’esperienza è maturata fino ad oggi in una proposta più definita, nella quale rimangono centrali alcune linee fondamentali della pastorale di don Pietro: la vita di Grazia, il valore dell’amicizia comunitaria, la vocazione, l’educazione all’amore, la missionarietà.

Sono così nati i Circoli dell’Amicizia ed i Laboratori di Comunità, gruppi di giovani accompagnati da una famiglia ed un sacerdote insieme, nei quali maturare la propria fede e fare esperienza del valore alto dell’Amicizia in Cristo.

L’attività annuale presenta poi alcuni appuntamenti aperti a tutti, tra cui il corso di Esercizi Spirituali - che da inizio alle attività, il ciclo di catechesi che sviluppa un tema scelto, le giornate dedicate alle coppie di fidanzati, il pellegrinaggio estivo.

Al di là delle modalità con cui, negli anni, la proposta è stata declinata, mi pare significativo il fatto che il cammino compiuto dai ragazzi si traduca spesso in una presenza più motivata nella comunità ecclesiale di appartenenza: molti dei giovani sono infatti impegnati nel servizio alla parrocchia, particolarmente come educatori.

Eccellenza,

ho accennato alle origini del nostro cammino ed alla realtà che oggi viviamo, ma ai giovani sta particolarmente a cuore il futuro.

Faccio mie le preziose parole che il Santo Padre Francesco ha rivolto di recente ai cresimandi: “Dio sta facendo tutto nuovo, lo Spirito Santo ci trasforma veramente e vuole trasformare, anche attraverso di noi, il mondo in cui viviamo”

Vorremmo partire da questa consapevolezza e dalla nostra piena disponibilità, per chiederle di accompagnare quest’opera con la preghiera, il discernimento, e una sincera amicizia perché riusciamo a compiere non la nostra ma la volontà del Signore.


Mettiamo tutto nelle mani di Maria.

BORZANO, 15 GIUGNO 2014

Intervento di Umberto di presentazione della esperienza del MovGiovani alla festa di fine anno del Familiaris Consortio

Borzano di Albinea, 15 giugno 2014

Mi è stato chiesto un intervento come giovani del Familiaris Consortio, un cammino che molti di voi già conoscono.

Sono stato molto combattuto sul cosa venirvi a dire e mi si è chiarito tutti ieri sera quando abbiamo fatto festa insieme ai giovani, ripercorrendo le tappe principali dell’anno appena trascorso.

E mi sono convinto, se ce n’era bisogno, che la verità che ho da dirvi è che oggi vi porto notizie straordinarie.

Abbiamo iniziato il nostro cammino con gli Esercizi Spirituali, 200 giovani in ascolto, in ricerca di Dio. Sarebbe bello sentir parlare Michael, ha fatto una testimonianza spontanea qualche settimana fa in un incontro coppie. E’ stato invitato da un’amica, non sapeva cosa fossero, è venuto. Ha incontrato Dio, ha incontrato amici con cui condividere la propria fede. Al rientro ha coinvolto subito la sua ragazza, che si è fidata perché lo ha visto contento . Con lei ha iniziato il percorso dei Circoli. Sono carichissimi perché hanno fatto un incontro che ha cambiato la loro vita.

Il percorso è proseguito con le giornate per le coppe di fidanzate, le Catechesi mensili, condotte quest’anno da don Gigi sul tema della speranza, e poi il percorso dei Circoli ed i Laboratori di Comunità, un’esperienza di verifica e conoscenza delle piccole comunità di famiglie. Mi preme portare quest’ultimo tema all’attenzione delle famiglie dell’associazione…. perché si sentano sempre più responsabili nel portare il proprio dono ai giovani, che osservano le comunità con le lenti di ingrandimento … e la vita che vedono in voi dice più di tante parole e cene.

Quest’anno poi abbiamo goduto della presenza puntuale del nostro vescovo, in tre occasioni più o meno organizzate…. Abbiamo avuto anche una visita improvvisata in una giornata coppie. La sua presenza è stata importante, per le riflessioni che ci ha portato, ma soprattutto perché ci siamo sentiti amati.

Infine siamo stati a Roma il 27 Aprile, festa della divina misericordia. Noi giovani del Familiaris Consortio ad incontrare il santo della famiglia, un amico prezioso, insieme a don Pietro, che ci accompagna per mano e ci da la serenità di camminare nonostante i nostri limiti e le nostre piccolezze.

Famiglia che è la nostra identità, la nostra natura. In una famiglia c’è un padre, una madre, i figli. I sacerdoti, le famiglie e le consacrate, i giovani… siamo una famiglia. Da dieci anni sono nel movimento giovani e sono testimone che i sacerdoti e le famiglie, quando collaborano insieme all’opera di Dio, ciascuno con i propri doni, quando si vogliono bene e si stimano, sono meravigliosamente fecondi.

Ieri sera, nella festa conclusiva, abbiamo visto un video che è l’album di famiglia, con fidanzamenti, matrimoni, ordinazioni.

Queste sono le notizie straordinarie che vi porto.

Vorrei concludere guardando avanti, ascoltando insieme quanto ci ha lasciato il vescovo Massimo nell’ultimo incontro insieme circa un mese fa.

Le periferie sono gli uomini che ancora non conoscono Cristo. C'è qualcosa di periferia in ciascuno di noi. Ci sono tanti spazi non raggiunti da Cristo. Noi stessi siamo periferia a noi stessi. Essere missionari significa essere testimoni delle cose grandi che abbiamo incontrato e che Cristo ha portato sulla terra per tutti gli uomini e non solo per noi. Quindi un invito ad incontrarle noi più profondamente e a permettere che altri le possano incontrare attraverso di noi. Farsi testimoni di Gesù dove viviamo e dove nessuno lo annuncia. Sono le due espressioni sintetiche che vi lascerei. Farsi testimoni nei posti dove viviamo, cioè nelle scuole, nei quartieri, nei luoghi di lavoro, e farsi testimoni di Gesù nei luoghi dove gli uomini non hanno possibilità di incontrarlo. La missione, questo parlare di Gesù con le nostre parole e le nostre azioni, è la strada più importante per capire il grande dono che abbiamo ricevuto. Gesù è un dono che si capisce soltanto donandolo. E quindi Vivere la missione è la strada più sicura per entrare dentro ciò che ci è stato regalato.

Desideriamo crescere nel dono, per portare Gesù ai tanti giovani, anche a noi vicini, che non siamo riusciti a raggiungere per le nostre paure, la nostra pigrizia, i nostri limiti.

Chiediamo a tutti voi di continuare a pregare con forza per i giovani.

CASONE DI GIANDETO, 17 GIUGNO 2016

Dal saluto introduttivo di Umberto a mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia - Guastalla

Casone, 17 giugno 2016

Eccellenza,

con grande gioia le porto il saluto e l’affetto sincero dei giovani del Familiaris Consortio in quello che, per tutti noi, è un appuntamento atteso e desiderato.

La ringrazio fin da subito per la sua presenza qui tra noi, come padre in dialogo con i suoi figli.

Questo appuntamento fa seguito ad un primo incontro avvenuto circa tre anni fa, dove abbiamo cercato di condividere il nostro cammino, le nostre gioie ed anche le nostre fatiche.

Che cosa è successo in questi tre anni?

Il contesto sociale e culturale in cui viviamo rende sempre più difficile il compito educativo. Questo è stato per noi motivo di costante verifica e ascolto.

Abbiamo cambiato alcune modalità, avviato nuovi percorsi, ma siamo rimasti ancorati alle linee fondamentali della pastorale di don Pietro Margini, che sentiamo sempre più attuali e rispondenti ai desideri più intimi del nostro cuore: la vita di Grazia, il valore dell’amicizia comunitaria, la vocazione, l’educazione all’amore, la missionarietà.

Una via che ci fa sentire Gesù vivo, vicino; ci fa sentire da Lui amati e prediletti.

Oggi il percorso del movimento giovani è offerto liberamente a tutti i ragazzi dagli 11 ai 17 anni con un appuntamento mensile sul territorio; e dai 18 anni con la proposta più esigente dei Circoli dell’Amicizia ed i Laboratori di Comunità, gruppi di giovani accompagnati da una famiglia ed un sacerdote insieme, nei quali maturare la propria fede e fare esperienza del valore alto dell’Amicizia in Cristo.

L’attività annuale presenta alcuni appuntamenti significati, tra cui il corso di Esercizi Spirituali, il ciclo di catechesi che sviluppa un tema scelto, le giornate dedicate alle coppie di fidanzati, il pellegrinaggio estivo.

Desidero renderla partecipe della settimana stupenda trascorsa nell’estate 2015 in Terra Santa; un’esperienza di grazia di cui stiamo ancora godendo i frutti. Posso testimoniare come da “quell”incontro” siano fiorite diverse vocazioni al matrimonio ed alla vita comunitaria.

Eccellenza,

siamo consci dei doni preziosi e immeritati che abbiamo ricevuto grazie alla santità di chi ci ha preceduto. Oggi sentiamo forte il desiderio, ed anche il timore, di essere collaboratori dell’opera del Signore, nella Chiesa per il bene di tanti.

Nel ribadirle la nostra piena disponibilità, le chiediamo di accompagnarci con la preghiera, il discernimento, e una sincera amicizia.