I primi 10 anni di MovGiovani


Testimonianza prestata in occasione del trentennale del Familiaris Consortio, 10 maggio 2020
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Il Movimento Giovani è nato nell’estate del 1997 come esperienza di confronto e di amicizia a piccoli gruppi composti dai giovani di Sant’Ilario e da alcune famiglie dell’Associazione che avevano manifestato l’esigenza di conoscere e continuare a “respirare” l’ideale di vita proposto da don Pietro.

Progressivamente si percepiva la necessità di allargare la proposta non solo ai figli di alcune famiglie, ma a tutti i giovani di Sant’Ilario e delle parrocchie che cominciavano a conoscere l’eredità di don Pietro. Per questo si proposero alcuni incontri e in particolare un’esperienza di tre giorni a Torgnon. Quell’inizio fu accompagnato anche dalla grazia e dall’esperienza al Giubileo a Roma che ci vedeva tutti coinvolti.

Nel settembre del 2000 due comunità furono incaricate di occuparsi del progetto affiancando don Pietro Adani, già responsabile del Movimento Giovani. Il lavoro svolto in quegli anni si è concentrato sulle linee fondamentali della pastorale di don Pietro Margini. Si erano tenuti alcuni incontri sui fondamenti della vita comunitaria, sulla vita interiore, sulla fedeltà alla propria vocazione, si era cercato di camminare insieme con un corso di educazione all’amore.

Anche Umberto e io, dalla parrocchia della SS.Consolata di Sassuolo eravamo tra quei giovani, tra quei “curiosi”, certamente attratti da quella proposta di vita nuova e bella.

Ricordo quando è nato l’interesse più serio per questa realtà del movimento. Era il 2002 partecipavamo agli esercizi spirituali predicati da don Luca Ferrari che cadevano proprio una settimana prima del nostro matrimonio. Al termine degli esercizi quando ci siamo confrontati ci siamo detti “il Movimento e la piccola comunità sono proprio desiderabili” ..e questo desiderio ha trovato risposte dalla Provvidenza che sono andate ben oltre ogni nostra aspettativa.

Abbiamo conosciuto gli amici con cui abbracciare la proposta della piccola comunità che ha accolto il nome di Comunità Maria Vergine e Madre, abbiamo conosciuto sacerdoti e tanti amici nuovi nel Movimento che ci hanno accompagnati con attenzione e cura. Anche il servizio educativo in parrocchia che stavamo svolgendo ha acquistato una forza e un sapore più intensi e appassionanti.

Non posso dimenticare anche l’estate del 2004 quando ai giovani e alle famiglie venne offerta la possibilità di passare dei giorni a Montorio insieme agli amici seminaristi che stavano vivendo gli anni della loro formazione in comunità di vita. Cresceva la confidenza e la bellezza della condivisione e dell’amicizia. Alessandro e Valeria, due amici della mia piccola comunità, scelsero di fidanzarsi proprio a Montorio, in una bella giornata soleggiata.

Quell’anno poi fu toccato anche dall’esperienza di giovani e riconciliazione a Catania, occasione di grazia e dono di cui non smetterò mai di ringraziare il Signore; qui abbiamo conosciuto Dado e Silvia, amici speciali che sarebbero entrati nella nostra vita, anche loro nella nostra piccola comunità nascente.

Nel 2005 Umbo ricevette una proposta da Don Pietro Adani che con una semplice telefonata ci disse: “tu e la Chiara avete voglia di cominciare a fare gli educatori nel movimento giovani?” Abbiamo detto di si, non sulla base di un’affinità personale o di una conoscenza che in quel momento era piccola, ma per una medesima passione educativa che sentivamo ci accomunava. Poi è diventato molto bello stare insieme e nel servizio è nata anche un’affezione profonda che andava oltre al servizio stesso.

L’organizzazione del movimento giovani in quegli anni era in quattro fasce di età a cui si continuavano a proporre attività pastorali con catechesi, week end di spiritualità e week end per le coppie, gli esercizi spirituali annuali. Per la prima volta fu fatta una settimana estiva molto desiderata dai ragazzi; provenivano da diverse parrocchie, eravamo a Bressanone. Era stata un’esperienza molto bella e da lì si sono susseguite sempre settimane insieme. A Cracovia, nel 2007 eravamo stati invitati dal Cardinal Stanislao conosciuto tempo prima quasi per caso durante un viaggio con la mia piccola comunità. Abbiamo anche fatto pellegrinaggi come a Roma sulla tomba di GP II introdotti dal’incontro con il Cardinale Angelo Comastri. Iniziarono anche settimane comunitarie dove la vita comune è occasione di crescita nelle amicizie e confronti anche molto intensi.

Era una gioia poter accompagnare insieme i giovani a scoprire la propria vocazione, sostenuti dall’amicizia nel Signore, per un dono di vita.

Raccontando proprio di quegli anni come educatore nel movgiovani Umbo diceva: “Una delle cose che più mi è piaciuta e più mi ha coinvolto è proprio questo, cioè la possibilità di poter lavorare in una comunione bellissima insieme ai sacerdoti, una cosa per me preziosa sia per i ragazzi ma soprattutto per noi come famiglia….

La prima scoperta entusiasmante per noi è stata proprio questa: famiglie e sacerdoti che si aiutano, si vogliono bene e che lavorano insieme per il bene dei ragazzi! Questo è stato un motore che ha generato e ha dato a Umbo, divenuto responsabile del movimento giovani nel 2006, quell’entusiasmo coinvolgente che ha portato tante altre famiglie, sacerdoti e consacrate ad abbracciare volentieri questo servizio educativo nel Movimento e godere anche dei frutti.

Nel tempo i ragazzi sono aumentati in numero e anche la loro provenienza si è via via diversificata all’interno della diocesi e non solo: queste molteplici sensibilità si sono rivelate da subito una ricchezza preziosa aprendo orizzonti sempre più grandi. L’esperienza è maturata fino ad oggi in una proposta più definita, nella quale rimangono centrali alcune linee fondamentali della pastorale di don Pietro: la vita di Grazia, il valore dell’amicizia comunitaria, la vocazione, l’educazione all’amore, la missionarietà.

Lavorare insieme per il Signore ha questo di molto bello, che ci ha purificati, ci ha stimolato a non sederci per oziare, ci ha fatto riflettere per ogni cosa che la vita ci ha posto davanti, bella o difficile che sia stata, ma il giogo diventa davvero dolce e leggero e le gioie hanno il sapore del Paradiso.

Un mio desiderio per il movgiovani?

La Terrasanta. Perché è il simbolo del proprio viaggio verso la santità; e anche perché auguro che la vita di ognuno possa essere già adesso una terra santa dove Gesù abiti.

Chiara Chiavacci